Sì, siamo pronti a combattere gli sprechi alimentari con Babaco Market.
Da poco più di un mese a Milano è possibile ricevere a casa frutta e verdura che arriva da piccoli produttori, presidi slow food e produzioni biologiche che però non hanno superato l’esame di bellezza che la grande distribuzione o certi negozi richiedono.
Basse e grasse, butterati, tutte femmine, con un taglio sbagliato, ingrassate, con delle misure strane e irregolari. Non sto parlando di persone, anche se potrebbe sembrare.
Sto invece parlando di certe zucchine basse e grasse. Limoni di Sorrento butterati. Pesche con la pelle non propriamente di pesca. Finocchi tutti femmina, carote con piccole escrescenze, insalate perfette con la sola colpa di essere state tagliate alla base in modo sbagliato o albicocche nate alle pendici del Vesuvio, in un presidio slow food, che si sono fatte prendere la mano e sono ingrassate troppo.
Ho scoperto tutte queste cose facendo una bella chiacchierata con Francesco Giberti che con Luca Masseretti ha fondato Babaco Market.
A lui stanno a cuore (per fortuna) gli sprechi alimentare e già qualche anno fa, complice una scatola di biscotti in scadenza, si è reso conto dello spreco di cibo della grande distribuzione. Quando i prodotti sono in scadenza tendono a non essere acquistati e successivamente buttati.
Allora perché non mettere in offerta i prodotti in scadenza e farli pagare meno? Quindi fare un accordo con la grande distribuzione (al momento Lidl, Coop e Carrefour express in tutta Italia), creare la app Myfoody, dove in tempo reale appaiono i prodotti in offerta nei punti vendita più vicini.
Ma il problema è a monte. I prodotti agricoli per poter essere presenti sugli scaffali della grande distribuzione e di certi negozi devono rispondere a particolari canoni estetici, avere forme regolari, pelli lisce, un calibro medio, né troppo grande, né troppo piccolo, insomma come si dice essere di bella presenza. I produttori agricoli sono quindi costretti a buttare o addirittura non raccogliere frutta e verdura che non ha queste caratteristiche, ed effettuare una vera e propria discriminazione all’origine.
Babaco Market raccoglie proprio quei prodotti discriminati, restituisce loro la dignità di beni preziosi e li distribuisce in scatole di cartone, una volta alla settimana, nelle case dei milanesi.
E’ possibile scegliere due formati, Jungle 10 Kg tra frutta e verdura a 27€ e Bonsai 6 Kg a 19€.
Io l’ho provata, sono già arrivate due consegne e sono in attesa della terza.
Ammetto che il giorno della consegna (il giovedì per me) è un po’ come aspettare Babbo Natale. Non si sa cosa arrivi, ma soprattutto che forma abbia. Appena la box entra in casa viene aperta ed esaminata, di solito su 10 kg, 6,5 sono di verdura e il resto è frutta. E’ tutto rigorosamente di stagione, c’è sempre qualche erba aromatica anche meno conosciuta, per imparare nuovi sapori, una ricetta anti spreco o qualche trucco del mestiere.
Questa, per me, è una delle nuove buone abitudini del dopo quarantena.
Babaco (che è un frutto a forma di stella, che sembra un peperone, ma sa un po’ di ananas e un po’ di fragola) è nato in quarantena, ha poco più di cinque settimane. Ha risposto da subito al gran bisogno che c’era di consegne a domicilio, i clienti aumentano in continuazione e la maggior parte è mossa dalla volontà di combattere lo spreco. Ma sono anche molto attivi e creativi nel dare visibilità alle strane forme che arrivano nelle loro case, che accolgono con stupore e ammirazione.
Tra poco Babaco Market uscirà da Milano e raggiungerà anche altre città. Il gruppo di lavoro è giovane e in espansione.
Noi a Milano siamo fortunati, possiamo decidere di scegliere e di accogliere frutta e verdura diversa, un ottimo esercizio per imparare quanto è bello essere diversi.